Il ciclo espositivo Homecoming.

«Ritornare a casa. Ma a quale casa? E che cosa significa “casa” oggi? È un luogo geografico, uno stato dell’anima, un nucleo di persone? O forse è la nostalgia di un posto che, in fondo, non abbiamo mai davvero abitato?».

Homecoming, secondo ciclo espositivo dedicato alla fotografia contemporanea dal Rifugio Digitale, ideato da Irene Alison e curato da Irene Alison insieme a Paolo Cagnacci, è un’esplorazione del concetto di casa nella complessità del mondo contemporaneo, nel precario equilibrio tra interconnessioni globali e necessità di ritrovare le proprie radici. Homecoming indaga il concetto di identità in relazione ai luoghi, che si tratti di un ritorno alle origini, della riscoperta della propria cultura o della necessità di rimettere insieme i pezzi della propria storia. Homecoming è anche l’opportunità di aprire il nostro orizzonte a altri punti di vista, accogliendo storie e linguaggi da altre latitudini, e riconoscendo la necessità di uno sguardo pluralista e multiculturale nella fotografia contemporanea.

L’intero ciclo espositivo è realizzato grazie alla collaborazione dell’Associazione Rifugio Digitale con Forma Edizioni e l’Associazione Infoto Firenze e supportato da Gruppo AF e Banca Ifigest.

Lara Shipley
Desire Lines

26.10 – 26.11.2023

«Al di là della fascinazione per il paesaggio lunare di Sonora – colline polverose, arbusti piegati dal vento ed elicotteri e droni a punteggiare l’orizzonte di un territorio ipersorvegliato – Desire Lines indaga un confine più metaforico: una vertigine di straniamento e di non appartenenza, una storia di desiderio e sopraffazione destinata a ripetersi nel tempo.»

Paolo Raeli
We Are Family

30.11 – 31.12.2023

«Fotografo compulsivo da oltre dieci anni (e ne ha solo 29), Raeli porta la dimensione autobiografica su un piano universale, raccontando l’amore a vent’anni ma anche un’idea di famiglia che sfida ogni nozione precostituita: si ama chi si sceglie, si ama chi ci assomiglia, si ama chi è capace di comprendere le nostre fragilità nel caos del mondo, si ama chi è capace di abbracciare i nostri cambiamenti, al di là di ogni legame di sangue, convenzione sociale o contratto.»

Kalpesh Lathigra
Memoire Temporelle

04.04 – 12.05.2024

«Lathigra sperimenta una condizione esistenziale in bilico tra ‘ora‘ e ‘allora‘, tra identità ed eredità, che appartiene a milioni di immigrati di seconda generazione nel mondo. Nei mercati, in mezzo alla folla e alle merci, tra vacche sacre e lottatori a petto nudo, ballerini di break dance e venditori di melograni, il fotografo raccoglie i frammenti dell’idea di India che si porta dentro e, allo stesso tempo, esplora con occhi nuovi un Paese a cui lo lega una relazione complessa e indissolubile.»

Robin Hinsch
Kowitsch – Lonely Are All The Bridges

16.05 – 02.06.2024

«Gli affreschi che Hinsch crea hanno una bellezza ipnotica e vitale che va oltre la contemplazione del disastro, e una capacità di restituirci, nel silenzio quasi surreale che li avvolge, tuta l’eco dell’insensatezza della guerra e tutta la speranza di futuro che attecchisce persino quando “casa” non è che un cumulo di polvere.»

Morganna Magee
Dark Whispers

27.06 – 14.07.2024

«La ricerca sul paesaggio compiuta da Morganna Magee ha una matrice più metafisica chex geografica: quello che racconta è un territorio abitato, in bilico tra il familiare e il surreale, popolato da presenze fisiche e impalpabili, dove Magee sembra cercare le radici stesse della propria identità. Qua e là occhieggia un canguro, si staglia nella nebbia del mattino il profilo di un cavallo, si sente tra le foglie un frullare d’ali, ci sembra di scorgere un fantasma. È una natura che freme, quella di Dark Whispers, che sussurra voci antiche, che custodisce dolori e speranze, che si rivela all’occhio malinconico della fotografa come una trama di incanti e memorie personali e collettive, in cui morte e rinascita sono solo passaggi un grande, immutabile ciclo.»

Isa Rus
Birthmark

18.06 – 08.09.2024

«Da sempre campo di una silenziosa battaglia, il corpo della madre, trasformato dalla gravidanza, abitato dal neonato, investito di aspettative e giudizi, si esprime, nelle immagini di Rus, in una dimensione di totale libertà e connessione con la natura, fino a fondersi nel paesaggio. »

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