Back
  • MARISOL MENDEZ
    Marisol Mendez

    Marisol Mendez

    È una fotografa e ricercatrice originaria di Cochabamba, in Bolivia. Utilizza la macchina fotografica per esplorare la tensione tra verità e finzione, il legame profondo tra ciò che un’immagine crea e il (sur)reale da cui proviene. Spinta da progetti di ricerca e iniziative personali, cerca di decostruire i modelli tradizionali di rappresentazione e tessere narrazioni ricche di sfumature con molteplici livelli di significato.

    Al centro della sua attività artistica si trova l’esplorazione dell’essere umano. Marisol è animata dal desiderio di costruire connessioni autentiche con le persone dall’altra parte dell’obiettivo, catturando l’intimità delle esperienze condivise, la tenerezza o la frizione del riconoscimento reciproco.

    Abbracciando l’orizzontalità delle immagini, utilizza una varietà di linguaggi visivi per raccontare storie che attraversano i confini tra esperienza individuale, memoria collettiva e immaginazione. Radicato nei paesaggi e nel folklore della sua cultura, il lavoro di Marisol oscilla tra spontaneo e costruito, naturalistico e mitico. Il suo intento è sfidare i preconcetti, stimolare il dialogo e invitare lo spettatore a riconsiderare la propria percezione della realtà e della rappresentazione.

     

  • FABRIZIO PLESSI
    Fabrizio Plessi

    Fabrizio Plessi
    Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940) vive e lavora tra Venezia e Palma di Maiorca. È uno dei pionieri della videoarte italiana e tra i primi a utilizzare il monitor televisivo come materiale artistico, trasformando acqua e fuoco in flussi digitali (prima videoinstallazione nel 1974).

    Partecipa regolarmente alla Biennale di Venezia fin dal 1970 e a importanti manifestazioni internazionali come Documenta di Kassel. Le sue opere integrano video, architettura e materiali naturali (legno, ferro, marmo), in un dialogo tra tecnologia e umanità. Accanto all’uso del video, il disegno rimane una costante centrale della sua ricerca.

    Ha esposto nei principali musei del mondo — tra cui il Guggenheim di New York e Bilbao, il Museo Ludwig, il MoCA di San Diego e la Fondazione Miró di Barcellona — e ha realizzato installazioni monumentali come Mare Verticale (Biennale di Venezia, 2005).

    Celebri anche i suoi progetti site-specific per luoghi storici come Piazza San Marco, la Valle dei Templi e Palazzo Te, oltre alle scenografie elettroniche per opere di Philip Glass e Michael Nyman.

    Tra le sue opere più recenti: FenixDNA (Teatro La Fenice, 2017), The Soul of Stone (Museo Pushkin, 2018), la retrospettiva al Museo di Palma di Maiorca (2019) e L’Età dell’Oro (Museo Correr, 2020). Al Passo del Brennero ha ideato il Plessi Museum (2013), un museo-avanguardia progettato come un’unica grande opera d’arte.

    È stato professore di Umanizzazione delle Tecnologie e di Scenografie Elettroniche alla Kunsthochschule für Medien di Colonia.

  • LORELLA ZANARDO

    Lorella Zanardo
    Nuovi Occhi per i Media

    «Con questo progetto stiamo promuovendo un percorso sui volti e sul loro significato. Il conformismo che si è imposto attraverso app, social media, umani digitali ma anche con una chirurgia estetica di massa che si ispira ai canoni diffusi sui social. Di fronte a questo fenomeno, sempre più esteso, si aprono molti interrogativi: ci riconosciamo quando ci guardiamo allo specchio? Le nostre facce stanno scomparendo? Cosa stiamo nascondendo quando proponiamo i nostri volti modificati e camuffati? Volto Manifesto, che stiamo portando avanti con Unicoop Firenze, è una riflessione che riguarda chi siamo e come stiamo cambiando. Perché il volto non è solo il luogo dell’estetica ma anche dell’etica. Il volto è un patrimonio per l’umanità».

  • CLAUDIO VANNI

    Claudio Vanni
    Responsabile relazioni esterne Unicoop Firenze

    «Questa campagna lancia una riflessione forte e attuale, su chi siamo e come stiamo cambiando. Come Unicoop Firenze abbiamo sposato il progetto coinvolgendo le istituzioni, i nostri soci, i cittadini e gli studenti perché crediamo che la diversità e l’unicità di ciascuno vada tutelata, come valore che contribuisce a costruire la ricchezza etica di una società. Siamo molto felici del sostegno di Regione Toscana e della collaborazione con Rifugio Digitale e Forma Edizioni che hanno accolto la mostra in questo spazio così stimolante e innovativo nel panorama culturale cittadino».

  • TAMARA ABDUL HADI

    Tamara Abdul Hadi
    È una fotografa irachena il cui lavoro si occupa della rappresentazione storica e contemporanea della sua cultura, nella sua diversità. Oltre a essere fotografa, Tamara è un’educatrice che ha tenuto corsi di fotografia in Palestina, Egitto, Iraq, Libano, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Tunisia e Canada.

    Il suo lavoro è stato pubblicato su The New York Times, The Guardian, The Wall Street Journal, The Financial Times, The National, Huck Magazine, VICE, Slate e altri. Abdul Hadi è stata una fondatrice del Rawiya Collective, una cooperativa di fotografe nel Medio Oriente.

    È membro di We Are The Medium, un collettivo artistico composto da artisti interdisciplinari che lavorano in modo indipendente. Collabora spesso con Roï Saade, suo partner nella vita e nella visione.

    Tamara ha conseguito un MFA presso l’Emily Carr University of Art and Design. Le sue foto sono state esposte negli Emirati Arabi Uniti, in Libano, Kuwait, Francia, Regno Unito, Svezia, Spagna, Ungheria, Canada e Stati Uniti.

  • ROï SAADE

    Roï Saade
    A Beirut, Dalieh è l’ultimo affioramento naturale della città e uno spazio condiviso dove il pubblico può accedere liberamente alla costa per scopi ricreativi. Ma oggi, quest’ultimo spazio informale è sul punto di scomparire, poiché il terreno è stato ceduto a grandi sviluppatori con piani per la costruzione di un resort privato.

    Nella sua ricerca l’artista ha trovato parallelismi nell’epopea “Dionysiaca”, scritta da Nonnos di Panopoli nel V secolo d.C. Beroë, la ninfa-dea che rappresenta la città di Beirut nella Fenicia (l’attuale Libano), fu corteggiata da due dèi, Dioniso e Poseidone, diventando oggetto di una furiosa lotta tra di loro. Nella loro lotta, entrambi gli dèi scatenano la loro ira, senza considerare i danni e la distruzione che infliggono alla natura, e questo diventa una metafora che plasma la storia dell’artista su Dalieh e le persone che lo utilizzano, mentre esamina anche il rapporto e conflitto con la natura.

    La mitologia diventa il filo narrativo attraverso cui l’artista affronta e parla di uno degli ultimi spazi pubblici rimasti a Beirut. Questo progetto ha portato a una serie di esperimenti fotografici con acqua salata e terra, e a una conversazione aperta con la natura.

  • NADIA BSEISO

    Nadia Bseiso
    È una fotografa documentarista giordana con base ad Amman. Ha conseguito una laurea in fotografia a Firenze, nel 2011, e nel 2015 ha è stata assegnataria di una residenza d’artista presso la Fondazione Fotografia di Modena. Si concentra su progetti a lungo termine, basati su ricerche personali in geopolitica, storia, antropologia e degrado ambientale.

    Nel 2016, è stata selezionata per il Programma di Fotografia Documentaria Araba, finanziato dall’Arab

    Fund for Arts and Culture, dalla Magnum Foundation e dal Prince Claus Fund, per il suo progetto Infertile Crescent. È stata selezionata come fotografa da seguire a livello globale da Time – Light Box nel marzo 2017. Lavora con diverse ONG locali e internazionali dal 2011. Tra i suoi clienti figurano Unicef, The New York Times, The Telegraph, Reuters, Zeit magazine, The Intercept, The Globe and Mail e U.S. News & World Report.

  • MOHAMED MAHDY

    Mohamed Mahdy (Egitto, 1996) è un Visual storyteller con sede ad Alessandria d’Egitto, il cui lavoro si concentra sulle comunità sepolte e invisibili in Egitto, nonché su questioni culturali e sociali.

    Crede fermamente che immergersi nelle comunità più diverse e raccontarne le storie significhi inserire queste esperienze in modo permanente nel tessuto di una comunità più ampia. Il suo lavoro è stato esposto al 25 Youth Salon e al Ministero della Cultura, oltre che alla Biennale di Parigi. Ha esposto due volte con la Ian Parry Scholarship a Londra e anche a Photoville a New York.

    Nel 2018 è stato nominato dal blog Lens del New York Times come uno dei 12 fotografi emergenti da conoscere.

  • ZIED BEN ROMDHANE

    Zied Ben Romdhane
    Nato nel 1981 in Tunisia; ha iniziato la sua carriera come fotografo commerciale. Nel 2011 ha deciso di dedicarsi alla fotografia documentaria e al fotogiornalismo. Il suo lavoro è stato pubblicato su “The New York Times” e “The Washington Post”.

    Le sue mostre recenti includono: Views of Tunisia (Arles 2013), After the Revolution (White Box, New York 2013), Zones d’Attente (Clark House, Bombay 2013), Kushti (Maison de la Tunisie, Parigi 2013), Fotofest Biennial presso l’Houston Center for Photography (Houston, USA 2014), Sahel (1×1 Gallery, Dubai 2014), Trace (MUCEM, Marsiglia 2015), Afrotopia, biennale africana della fotografia (Bamako, Mali 2017) e la Biennale della Fotografia del Mondo Arabo Contemporaneo (Francia, Parigi 2017).

    Nel 2018, Romdhane ha pubblicato il suo primo libro, West of Life, con Red Hook Editions.

    Tra i premi e i riconoscimenti ricevuti, figurano la selezione per il Prize 6×6 Global Talent Program 2018 della World Press Photo Foundation, la partecipazione alla Joop Swart Masterclass della World Press Photo, e la vittoria del POPCAP award (Africa Image, Basilea, 2015).

    È Direttore della Fotografia del film documentario Fallega (2011), che racconta la Primavera Araba in Tunisia. Ben Romdhane ha partecipato all’iniziativa Reporting Change 2013 della World Press Photo ed è membro dei collettivi Rawiya e Native.

    Nel 2019, Zied Ben Romdhane è stato nominato membro candidato di Magnum Photos.

  • TOMMASO CHERUBINI
    Tommaso Cherubini

    Artista visivo nato a Macerata nel 1995, lavora tra intelligenza artificiale generativa, dati e installazioni multimediali. La sua ricerca trasforma archivi storici in esperienze visive che riflettono su memoria, tempo e paesaggio, affrontando temi sociali e ambientali attraverso la New media art. Collabora con istituzioni culturali come il Museo Egizio di Torino e artisti come Lazza, e presenta i suoi lavori in contesti come la Milano Design Week e i Graphic Days. È anche attivo come formatore e consulente nel campo dell’AI e della comunicazione visiva.

  • IZABELA JURCEWICZ
    Izabela Jurcewicz

    Izabela Jurcewicz

    esplora attraverso la fotografia temi legati a identità, corpo, memoria e salute. Ha vinto il Rita and Alex Hillman Foundation Award 2021 (ICP), il Dior Photography and Visual Arts Award 2020 (Luma Arles & ENSP), ed è stata finalista o premiata in concorsi internazionali. Le sue opere sono state esposte in oltre 30 mostre, tra cui ICP, ClampArt, RISD Museum e una collaterale della 59ª Biennale di Venezia. Ha partecipato a festival come Unseen Amsterdam, Month of Photography Bratislava, TIFF Festival, Fotofestival Łódź e Biennale di Poznań. È stata in residenza alla School of Visual Arts e pubblicata da istituzioni e riviste internazionali tra cui ICP, Luma Arles, Lenscratch, It’s Nice That, Fisheye e Saatchi Art. Il suo primo libro, Body as a Negative, è uscito nel 2022 con Yoffy Press. Ha tenuto conferenze in musei come il Griffin Museum e il Museum of Fine Arts Boston. Ha un MFA in Fotografia dal RISD.

  • PIA-PAULINA GUILMOTH
    Pia-Paulina Guilmoth

    Vive e crea arte nel rurale Maine centrale. Pia-Paulina Guilmoth è una donna trans della classe operaia che vive con la sua fidanzata e due gatti. Nel tempo libero ama sdraiarsi sulla terra, abbracciare i suoi amici, sparare con le armi da fuoco ed entrare senza permesso in case e fienili abbandonati. Il lavoro dellartista è, prima di tutto, un modo per utilizzare la bellezza come forma di resistenza contro un mondo pieno di paure.

    Nel novembre 2024 ha pubblicato il suo terzo libro, Flowers Drink the River, con l’editore Stanley/Barker. Tra il 2024 e il 2025 espone in due importanti mostre personali a Londra e a New York, con la CLAMP Gallery e la Webber Gallery. Nel 2024 ha ricevuto una borsa di studio dal programma Google/Aperture Creator Labs e una sovvenzione dalla Peter Reed Foundation per la fotografia. Nel 2022 è stata MacDowell Fellow per le Arti Visive. Dal 2018 al 2021 è stata vincitrice del Fujifilm Young Talent Award, borsista del Mass Cultural Council per la fotografia e finalista dell’Aperture Portfolio Prize. Nel 2021 ha pubblicato il suo secondo libro con Stanley/Barker.

  • MOHAMED HASSAN
    Mohamed Hassan

    Originario di Alessandria, Mohamed vive nel Pembrokeshire dal 2007. Si è laureato con lode in Fotografia presso la Carmarthen School of Art nel 2016, conseguendo poi un Master in Fotografia Documentaria con lode presso la University of South Wales nel 2023. Negli ultimi anni il lavoro di Hassan è stato incluso in diverse prestigiose mostre collettive, tra cui: Facing Britain: British documentary photography since the 1960s, a cura di Ralph Goertz (diverse sedi in Europa, 2021-2023), e Many Voices, One Nation, a cura di Ffotogallery e del Senedd (diverse sedi in Galles, 2019-2020). Recentemente, le sue opere sono state acquisite dal National Museum of Wales, dalla National Library of Wales, dalla Government Art Collection, dalla Glynn Vivian Gallery e da Historic England.

  • QUIET ENSEMBLE
    Quiet Ensemble

    Il collettivo nasce nel 2009 dall’incontro tra Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli, accomunati da una visione artistica che esplora l’equilibrio tra natura e tecnologia, tra il rigore dell’ordine e l’imprevedibilità del caso. Il loro lavoro si sviluppa lungo la sottile linea di confine tra ciò che è organico e ciò che è artificiale, generando installazioni immersive e performance in cui suono, luce e movimento diventano elementi centrali della narrazione visiva e sensoriale. Con un approccio poetico e sperimentale, i Quiet Ensemble portano l’attenzione su ciò che solitamente sfugge allo sguardo e all’ascolto: il fruscio delle foglie, il battito d’ali di un insetto, il ritmo silenzioso che anima gli ecosistemi. Le loro opere dialogano con l’ambiente, rivelando la bellezza nascosta nei microeventi del quotidiano e trasformando l’ordinario in un’esperienza percettiva inattesa e coinvolgente.

  • SANDER COERS
    Sander Coers

    È un artista della classe 1997 con sede a Rotterdam che lavora principalmente con la fotografia. Il suo lavoro esplora la memoria, individuale e collettiva, attraverso immagini, archivi familiari e media diversi, combinando materiali tradizionali e tecnologie come l’IA. Indaga la trasmissione intergenerazionale delle emozioni, in particolare tra gli uomini, e la costruzione idealizzata dei ricordi familiari. Laureato con lode alla Willem de Kooning Academy (2021), ha pubblicato tre libri e ha esposto a livello internazionale. È stato nominato “Rising Star” dal quotidiano NRC e fa parte del programma Foam Talent 2024–2025. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private.

  • BEGO ANTON
    Bego Anton

    È una storyteller visiva il cui lavoro esplora il comportamento umano e la nostra complessa relazione con il mondo naturale. La sua fotografia esamina temi come la femminilità, l’identità e il confine tra realtà e fantasia, concentrandosi su donne le cui pratiche sfidano le norme sociali. Attraverso i suoi progetti fotografici in cui ritrae varie comunità, mette in discussione i concetti tradizionali di verità, decostruendo le narrazioni accettate e offrendo nuove prospettive.
    Le sue opere sono state pubblicate su importanti riviste come “Le Monde”, “CNN Photos”, “Vogue”, “NYT Lens Blog” e “National Geographic”, ed esposte a livello nazionale a Bilbao, Madrid e Barcellona e internazionale in India, Svizzera e Germania. Anton ha ricevuto prestigiosi finanziamenti da organizzazioni come Vegap, la Spain-US Foundation, EEAGrants e il Consiglio Provinciale di Vizcaya.
    Nel 2014, Anton è stata selezionata per il Joop Swart Masterclass di World Press Photo, e nel 2017 ha ricevuto il PhotoEspaña Revelation Prize. Nel 2023, è stata nominata per il Foam Paul Huf Award.

  • GIULIA BERSANI
    Giulia Bersani

    Nata e cresciuta a Milano, inizia ad interessarsi alla fotografia durante gli ultimi anni di liceo. Questo interesse nasce da una forte paura della morte e del tempo che passa; la rassicura infatti l’idea di catturare attimi di vita preziosi in modo da poterne ricordare il valore. Nel corso degli anni lavora a diversi progetti personali sviluppando uno stile intimo e crudo caratterizzato dalla scelta di scattare solamente a pellicola; successivamente cerca di riportare la stessa autenticità e sensibilità nei lavori commissionati.

  • PAOLO CAGNACCI
    Paolo Cagnacci

    Paolo Cagnacci
    Ha studiato fotografia presso Fondazione Studio Marangoni, dove attualmente insegna fotografia di ritratto e tecniche di illuminazione. Ha realizzato progetti fotografici per Regione Toscana, Festival della Creatività, Festival dei Popoli, Osservatorio dei Balcani, Fondazione Michelucci, Tempo Reale, Unicoop Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Telecom, Mibact, CNA. Ha lavorato per aziende quali Patrizia Pepe, Diesel, Paula Cademartori, Peuterey, Starbucks, Stefanel, Ottodame, Dmail. Ha pubblicato le sue immagini su riviste quali: “D la Repubblica”, “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “La Stampa”, “Sette”, “SportWeek”, “L’Espresso”, “Pagina99”, “Specchio”, “Left”, “Donna Moderna”, “Famiglia Cristiana”, “La Lettura”, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. I suoi progetti sono stati distribuiti dalla Luz Photo Agency e dall’agenzia Parallelozero.

  • MATTEO CESARI
    Matteo Cesari

    Matteo Cesari
    Dopo la laurea in Conservazioni dei Beni Culturali, si è diplomato al corso triennale di fotografia presso la Fondazione Marangoni di Firenze. Nel corso degli anni ha portato avanti progetti fotografici documentaristici su temi sociali. I suoi lavori sono stati pubblicati in diversi magazine come “D la Repubblica”, “Internazionale”, “Sette”, ed esposti a festival di Fotografia tra cui Photolux, Magazzini Fotografici, Slideluck. Attualmente, oltre a portare avanti progetti di ricerca personali, si occupa di fotografia commerciale e di moda.

  • THEO PUTZU
    Theo Putzu

    È regista e videomaker. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, corso di scenografia, indirizzo cinematografico. Nel biennio 2008/2010 ha frequentato un master di regia cinematografica presso il CECC – Centre d’Estudis Cinematogràfics de Catalunya – Barcellona. Gli ultimi lavori, PAPER MEMORIES, COME FOGLIE …, 7,83Hz, sono stati selezionati in festival di tutto il mondo vincendo più di 80 premi. Lavora come videomaker nel campo della moda e come regista/montatore per spot e progetti cinematografici.

  • AURELIO AMENDOLA
    Aurelio Amendola

    Nato a Pistoia (19 gennaio 1938), è uno dei grandi maestri della fotografia d’arte. Celebre per i ritratti di artisti del Novecento – tra cui Warhol, De Chirico, Schifano, Burri – ha saputo fondere lo sguardo contemporaneo con la tradizione classica. Iconiche le sue immagini delle sculture di Michelangelo, Canova e Bernini, interpretate con sensibilità tattile e luministica. Vincitore del Premio Oscar Goldoni, ha esposto in sedi prestigiose come Palazzo Reale, l’Hermitage, il MAXXI. Le sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private. Autore di numerose monografie, ha fotografato anche luoghi simbolici dell’arte e dell’architettura italiana. Il suo lavoro si distingue per l’equilibrio tra rigore formale e intensità emotiva. Negli ultimi anni ha ricevuto riconoscimenti alla carriera e retrospettive in Italia e all’estero.

  • CLAUDINE DOURY
    Claudine Doury

    È una fotografa francese con base a Parigi, vincitrice di importanti premi come il Leica Oscar Barnack Award, il World Press Photo e il Prix Niépce. Ha ricevuto numerose commissioni dal Ministero della Cultura francese e ha esposto in musei e gallerie internazionali. Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private. Ha pubblicato sette monografie, tra cui Peuples de Sibérie e Amour. Il suo lavoro, a cavallo tra realtà e finzione, esplora temi come la memoria, l’adolescenza e il viaggio. È rappresentata dalla galleria In Camera e fa parte dell’agenzia Vu.

  • ISA RUS
    Isa Rus

    È una artista e fotografa spagnola attualmente residente in Germania, il cui lavoro evocativo scava nelle complessità della maternità, dell’identità e dell’appartenenza. Il suo viaggio fotografico è iniziato durante la pandemia COVID-19, un periodo segnato da profonde trasformazioni personali e continui spostamenti. Come neo-mamma e migrante, Isa si è rivolta alla fotografia come sfogo terapeutico, catturando i momenti intimi e fugaci della vita quotidiana. La sua serie Birthmark esplora i profondi paesaggi emotivi della prima maternità, intrecciando i temi della nostalgia, della magia e della ricerca di una casa. Il lavoro di Isa Rus è caratterizzato dalla cruda onestà e dalla tenera rappresentazione dell’esperienza materna, offrendo una prospettiva unica che sfida le rappresentazioni tradizionali. Attraverso il suo obiettivo, Isa Rus crea una narrazione visiva che è allo stesso tempo profondamente personale e universalmente relazionabile, invitando gli spettatori a connettersi con la bellezza e la complessità della condizione umana.

  • MORGANNA MAGEE
    Morganna Magee

    Vive e lavora a Melbourne, nella terra del popolo Bunurong/Boonwurrung delle Nazioni Kulin. La sua pratica esplora il rapporto tra esseri umani e mondo non umano, usando la fotografia in modi non convenzionali. Ha pubblicato la monografia Extraordinary Experiences (2022), nominata libro fotografico australiano dell’anno, seguita da Beware of People Who Dislike Cats (2023) e Phenomena (2023). I suoi lavori sono stati premiati ed esposti a livello internazionale e pubblicati su testate come The New York Times, The Guardian e Art and Australia. Insegna fotografia alla Swinburne University e sta completando un dottorato sulla rappresentazione coloniale del canguro.

  • ROBIN HINSCH
    Robin Hinsch

    È un artista, fotografo e professore con sede tra Amburgo e Berlino. La sua pratica si concentra su temi socio-economici e politici, combinando fotografia, collage video e installazioni in un approccio basato sulla ricerca e la narrazione soggettiva. Ha lavorato in numerosi Paesi, tra cui Iraq, Ucraina, Siria, Nigeria, Cina e India. Laureato con un Master in Fotografia, ha ricevuto premi internazionali come il World Photography Award e l’International Photography Award, ed è stato nominato per il Prix Pictet e il Leica Oskar Barnack Prize. Membro dell’Accademia fotografica tedesca dal 2016, ha fondato il laboratorio “Format” ad Amburgo. Dal 2024 è professore di fotografia artistica presso l’Università delle Arti di Darmstadt.

  • KALPESH LATHIGRA
    Kalpesh Lathigra

    È un fotografo documentarista britannico di origine indiana, nato nel 1971 a Londra. Il suo lavoro esplora la memoria, l’identità e il senso di appartenenza, attraverso immagini sia reali che messe in scena. Ha vinto il prestigioso World Press Photo nel 2000 e ha ricevuto riconoscimenti internazionali per progetti realizzati in India, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 2015 ha pubblicato Lost in the Wilderness, un libro dedicato alle riserve Sioux, definito uno dei migliori dell’anno dal critico Sean O’Hagan. Nel 2022 ha pubblicato Memoire Temporelle, un progetto ambientato a Bombay che riflette sul ricordo, sulla nostalgia e sul concetto di casa. Le sue opere sono state esposte in gallerie e istituzioni di rilievo a livello internazionale.

  • PAOLO RAELI
    Paolo Raeli

    Nasce nell’agosto del 1994. Tormentato dal timore di dimenticare la propria vita, inizia a fotografare ad appena 17 anni, immortalando attimi di vita adolescenziale – dalle prime sigarette ai primi amori – dei ragazzi e delle ragazze della sua città. Nei suoi scatti nostalgici, che corrono sui social network, si rivedono gli adolescenti di tutto il mondo. Il successo gli permette di cominciare a viaggiare e allargare gli orizzonti della sua fotografia. In ogni luogo che visita immortala la gioventù, ragazzi di altri paesi ma con cui condivide le stesse emozioni e sensazioni universali. Le sue fotografie sono caratterizzate da tonalità rosate e atmosfere sognanti, parlano di amore, diversità, giovinezza e nostalgia. Alla fotografia accosta la produzione video, registrando scene di vita quotidiana tra uno scatto e l’altro. Attualmente vive a Palermo, la sua città natale, dove ha acquistato un appartamento che ha ricoperto di murales e dipinti naïf di sua realizzazione, che ritraggono gli stessi amici raffigurati nei suoi innumerevoli scatti. Le fotografie di Paolo Raeli sono state esposte, fra l’altro, a Palermo, Roma, Los Angeles e Seoul.

  • LARA SHIPLEY
    Lara Shipley

    È una fotografa americana. Il suo lavoro è stato esposto in festival internazionali di fotografia come l’Athens Photo Festival al Benaki Museum di Atene, Cortona on the Move (Cortona), oltre a comparire in una biennale al National Museum of Women in the Arts di Washington DC, e al Guate Photo International Photography Festival di Guatemala City. Le sue opere sono presenti in collezioni di istituzioni quali la Biblioteca del Museo d’Arte Moderna di New York, la Biblioteca del Whitney Museum of American Art, la Biblioteca dello Smithsonian American Art Museum, il Museo di Fotografia Contemporanea di Chicago e il Nelson Atkins Museum for Art di Kansas City. Un libro fotografico del suo lavoro con l’artista Antone Dolezal, Devil’s Promenade, è stato pubblicato da Overlapse Books nel 2021. Un secondo libro fotografico, Desire Lines, è stato pubblicato da Overlapse Books nel 2023. Le fotografie di Lara sono apparse in pubblicazioni come The New Yorker Magazine, Harper’s Magazine, British Journal of Photography, Atlantic Monthly, Vice e NPR.

  • PETRINA HICKS
    Petrina Hicks

    È un’artista australiana che si è fatta conoscere per le sue fotografie di grandi dimensioni che esplorano la rappresentazione della donna e l’iconografia femminile, nella storia dell’arte e nella mitologia.  Le sue opere sono ricche di simbolismo mitologico e storico e sono impregnate di un senso di inquietudine e surrealismo. Nei suoi lavori animali simbolici e donne spesso compaiono insieme per rappresentare la psiche e l’identità.  Le sue fotografie sono conservate in molti musei, tra cui: National Gallery of Victoria, National Gallery of Australia, Art Gallery of New South Wales, Queensland Gallery of Modern Art, Art Gallery of Western Australia.  Nel 2019 la National Gallery of Victoria ha tenuto una grande mostra dell’artista, intitolata “Bleached Gothic” in cui erano esposte fotografie e video del periodo che va dal 2003 al 2019.  Da giugno a settembre 2021 si è tenuta la mostra “Gothique Blanc” presso l’Ambasciata d’Australia a Parigi che ha riunito opere realizzate tra il 2003 e il 2019.

  • MARIA LAX
    Maria Lax

    È un’artista finlandese di base a Londra. Il suo lavoro affronta il concetto di identità, fede e folklore attraverso la fotografia e il video. Esposta a livello internazionale, Lax ha vinto il premio Female in Focus del British Journal of Photography 2019, è stata finalista del BJP Portrait of Humanity 2020, del Photography Grant del PhMuseum nel 2020 e selezionata tra i Best New Talent of Photo London 2020 dal Guardian. Nel 2021 Lax ha ricevuto il premio Finnish Art Promotion Centre’s One Year.

  • HAYLEY EICHENBAUM
    Hayley Eichenbaum

    È un’artista e regista interdisciplinare cha lavora tra San Francisco e Los Angeles in California. I suoi primi lavori performativi e cinetici si concentrano sull’analisi delle aspettative sociali nei confronti del genere femminile da parte del mondo occidentale: soprattutto di come la donna debba curare il proprio aspetto esteriore mantenendo una idea di bellezza illusoria e artefatta. I suoi attuali lavori di fotografi a digitale esplorano il concetto di apparenza. Il focus stavolta si indirizza verso l’immagine di edifici e paesaggi costruiti, con particolare attenzione a ciò che resta del sud-ovest americano: dove una bella facciata risulta cruciale per la sopravvivenza sociale.

  • PIERO PERCOCO
    Piero Percoco

    È nato a Bari e vive in un paesino a pochi chilometri chiamato Sannicandro di Bari. Fa fotografie da più di dieci anni ed è autodidatta, non ha mai frequentato scuole di fotografia. Il cinema è stato parte integrante del suo percorso: fin da bambino ha sempre visto moltissimi film, molti di fantascienza come Alien, Predator, Total Recall, 2001: A Space Odyssey e tanti altri. Ha iniziato pubblicando quotidianamente fotografie del quotidiano su Instagram dal 2012, usando un iPhone. Col tempo questa attività si è trasformata in un vero e proprio lavoro: è stato contattato da diverse riviste, tra cui The New Yorker, The New York Times, The British Journal, e da numerosi brand che gli hanno commissionato lavori. Ha pubblicato tre libri di fotografia e il suo lavoro è in continua evoluzione.

  • MATTHIEU GAFSOU
    Matthieu Gafsou

    Nato nel 1981, è un fotografo svizzero-francese con base a Losanna. Dopo studi in filosofia, letteratura e cinema, si è formato in fotografia a Vevey. Ha esposto a livello internazionale e pubblicato sei libri. Vincitore del Premio HSBC per la fotografia (2009), ha esposto al Musée de l’Elysée e ai Rencontres d’Arles con il progetto H+. Nel 2022 ha presentato Vivants al Museo Pully e a Paris Photo, dove ha vinto il Premio Ruinart. Insegna fotografia all’ECAL ed è membro fondatore dell’agenzia MAPS.

  • CHARLOTTE DUMAS
    Charlotte Dumas

    Charlotte Dumas

    Nata nei Paesi Bassi nel 1977, Charlotte Dumas è una fotografa e videoartista che indaga il modo in cui attribuiamo valore agli animali e a noi stessi come esseri umani. Al centro della sua ricerca c’è il divario tra gli animali considerati risorse alimentari e quelli antropomorfizzati, una contraddizione sempre più evidente. Dai cani da salvataggio dell’11 settembre in Retrieved ai cavalli giapponesi in via d’estinzione in Stay, le sue immagini esplorano il rapporto tra uomo e animale. Dal 2012 ha integrato il video nella sua pratica, a partire da Anima, girato presso il Cimitero Nazionale di Arlington. Tra i suoi cortometraggi anche The Widest Prairies e la trilogia giapponese Shio, Yorishiro e Ao. Ha pubblicato oltre dieci libri fotografici.

  • LUCA LOCATELLI
    Luca Locatelli

    È un fotografo e filmmaker che esplora soluzioni per il futuro, concentrandosi sulle relazioni tra uomo, scienza, tecnologia e ambiente. Collabora con scienziati, giornalisti e attivisti per approfondire la sua ricerca, incentrata da oltre un decennio sulla crisi climatica. È cofondatore di un’associazione che protegge 600.000 ettari di foresta amazzonica. Collabora con testate come National Geographic, The New York Times Magazine e TIME. Il suo lavoro è stato esposto in sedi internazionali, tra cui il Guggenheim Museum e Les Rencontres d’Arles, e ha ricevuto premi come il Leica Oskar Barnack Award e il World Press Photo.

  • ZANCAN
    Zancan

    È nato in Francia nel 1976 e attualmente vive e lavora nella città di Bordeaux. È un artista generativo ma è anche un pittore e un programmatore. Unendo la sua pratica pittorica con lo sviluppo di algoritmi volti a ricreare sotto forma di codice la natura che ci circonda, è stato tra i precursori dell’arte programmabile o algoritmica su blockchain, generative art, rivelando le infinite possibilità di un genere figurativo-generativo portato alla luce dalla computer graphic già agli inizi degli anni Sessanta. Le sue rappresentazioni di forme naturali con studio di algoritmi e programmazione in JavaScript ricordano il legame necessario tra l’uomo e la natura, ponendo l’attenzione sulle attuali questioni ambientali e sociali