L’artista ha scelto di comporre un paesaggio naturalistico codificato lungo sedici monitor. La sua specificità è data dalla disposizione dell’opera stessa, la quale riflette la volontà dell’artista di riconsiderare il suo concetto di composizione, aggiungendo una dimensione narrativa all’opera.
Trasponendo le ambientazioni in Italia, vengono introdotti nel processo di elaborazione artistica elementi tipici dell’architettura fiorentina, seppure in chiave minimalista e stilizzata, specie arboree locali e topologia di paesaggi toscani. L’intento non è il realismo o l’accuratezza naturalistica, piuttosto la commistione di elementi provenienti da culture diverse che raccontano, attraverso le sue opere, il viaggio dell’artista… nel mondo. Sussiste un sentimento di atemporalità, dove resti di antiche civiltà incontrano elementi grafici ancorati all’era digitale. La tensione tra l’architettura digitale, a volte rigida e ben identificabile attraverso linee e forme monocromatiche, afferma la coesistenza e allo stesso tempo le interferenze dell’umanità con il mondo naturale.