È una fotografa americana. Il suo lavoro è stato esposto in festival internazionali di fotografia come l’Athens Photo Festival al Benaki Museum di Atene, Cortona on the Move (Cortona), oltre a comparire in una biennale al National Museum of Women in the Arts di Washington DC, e al Guate Photo International Photography Festival di Guatemala City. Le sue opere sono presenti in collezioni di istituzioni quali la Biblioteca del Museo d’Arte Moderna di New York, la Biblioteca del Whitney Museum of American Art, la Biblioteca dello Smithsonian American Art Museum, il Museo di Fotografia Contemporanea di Chicago e il Nelson Atkins Museum for Art di Kansas City. Un libro fotografico del suo lavoro con l’artista Antone Dolezal, Devil’s Promenade, è stato pubblicato da Overlapse Books nel 2021. Un secondo libro fotografico, Desire Lines, è stato pubblicato da Overlapse Books nel 2023. Le fotografie di Lara sono apparse in pubblicazioni come The New Yorker Magazine, Harper’s Magazine, British Journal of Photography, Atlantic Monthly, Vice e NPR.
È un fotografo documentarista britannico di origine indiana, nato nel 1971 a Londra. Il suo lavoro esplora la memoria, l’identità e il senso di appartenenza, attraverso immagini sia reali che messe in scena. Ha vinto il prestigioso World Press Photo nel 2000 e ha ricevuto riconoscimenti internazionali per progetti realizzati in India, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 2015 ha pubblicato Lost in the Wilderness, un libro dedicato alle riserve Sioux, definito uno dei migliori dell’anno dal critico Sean O’Hagan. Nel 2022 ha pubblicato Memoire Temporelle, un progetto ambientato a Bombay che riflette sul ricordo, sulla nostalgia e sul concetto di casa. Le sue opere sono state esposte in gallerie e istituzioni di rilievo a livello internazionale.
È un artista, fotografo e professore con sede tra Amburgo e Berlino. La sua pratica si concentra su temi socio-economici e politici, combinando fotografia, collage video e installazioni in un approccio basato sulla ricerca e la narrazione soggettiva. Ha lavorato in numerosi Paesi, tra cui Iraq, Ucraina, Siria, Nigeria, Cina e India. Laureato con un Master in Fotografia, ha ricevuto premi internazionali come il World Photography Award e l’International Photography Award, ed è stato nominato per il Prix Pictet e il Leica Oskar Barnack Prize. Membro dell’Accademia fotografica tedesca dal 2016, ha fondato il laboratorio “Format” ad Amburgo. Dal 2024 è professore di fotografia artistica presso l’Università delle Arti di Darmstadt.
Vive e lavora a Melbourne, nella terra del popolo Bunurong/Boonwurrung delle Nazioni Kulin. La sua pratica esplora il rapporto tra esseri umani e mondo non umano, usando la fotografia in modi non convenzionali. Ha pubblicato la monografia Extraordinary Experiences (2022), nominata libro fotografico australiano dell’anno, seguita da Beware of People Who Dislike Cats (2023) e Phenomena (2023). I suoi lavori sono stati premiati ed esposti a livello internazionale e pubblicati su testate come The New York Times, The Guardian e Art and Australia. Insegna fotografia alla Swinburne University e sta completando un dottorato sulla rappresentazione coloniale del canguro.
È una artista e fotografa spagnola attualmente residente in Germania, il cui lavoro evocativo scava nelle complessità della maternità, dell’identità e dell’appartenenza. Il suo viaggio fotografico è iniziato durante la pandemia COVID-19, un periodo segnato da profonde trasformazioni personali e continui spostamenti. Come neo-mamma e migrante, Isa si è rivolta alla fotografia come sfogo terapeutico, catturando i momenti intimi e fugaci della vita quotidiana. La sua serie Birthmark esplora i profondi paesaggi emotivi della prima maternità, intrecciando i temi della nostalgia, della magia e della ricerca di una casa. Il lavoro di Isa Rus è caratterizzato dalla cruda onestà e dalla tenera rappresentazione dell’esperienza materna, offrendo una prospettiva unica che sfida le rappresentazioni tradizionali. Attraverso il suo obiettivo, Isa Rus crea una narrazione visiva che è allo stesso tempo profondamente personale e universalmente relazionabile, invitando gli spettatori a connettersi con la bellezza e la complessità della condizione umana.
È una fotografa francese con base a Parigi, vincitrice di importanti premi come il Leica Oscar Barnack Award, il World Press Photo e il Prix Niépce. Ha ricevuto numerose commissioni dal Ministero della Cultura francese e ha esposto in musei e gallerie internazionali. Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private. Ha pubblicato sette monografie, tra cui Peuples de Sibérie e Amour. Il suo lavoro, a cavallo tra realtà e finzione, esplora temi come la memoria, l’adolescenza e il viaggio. È rappresentata dalla galleria In Camera e fa parte dell’agenzia Vu.
Dal 10 al 16 settembre 2025 Rifugio Digitale apre Homecoming Open Walls, evento organizzato all'interno della rassegna Estate Fiorentina 2025 – nell’ambito del Programma Nazionale PN METRO PLUS e CITTÀ MEDIE SUD 2021-2027 e realizzato in collaborazione con Forma Edizioni. L'evento Homecoming Open Walls estende i propri confini della galleria per approdare nello spazio pubblico, trasformando la città in una vera e propria galleria a cielo aperto. L’evento si articolerà in due momenti: all’interno di Rifugio Digitale, un focus quotidiano dedicato a ciascun artista del ciclo e, sulle facciate di Fornace Suite, un’installazione di video-mapping outdoor immersiva capace di rafforzare… partecipazione e il senso di appartenenza della comunità urbana tramite l’arte pubblica. Protagonisti i fotografi: Lara Shipley (USA); Paolo Raeli (ITA); Kalpesh Lathigra(UK); Robin Hinsch (DE); Morganna Magee (AUS); Isa Rus (ES); Claudine Doury (FR).
Il ciclo fotografico Homecoming – ideato da Irene Alison e curato insieme a Paolo Cagnacci – è un’indagine visiva sul significato del ritorno. e il concetto di “casa” come spazio emotivo, memoria, assenza o radice mobile. Avviato nel 2023–2024 con una serie di mostre a Rifugio Digitale, il ciclo esplora, attraverso sguardi e poetiche diverse, le tensioni del mondo contemporaneo: identità fluide, migrazioni forzate, desideri di appartenenza.
Con Homecoming Open Walls le immagini si riattivano grazie a tecnologie immersive come il mapping audiovisivo e la grafica 3D, dando vita a installazioni che fondono arte, architettura ed esperienza collettiva. Non si tratta solo di esporre: è un atto politico e poetico che amplia l’accesso all’arte, stimola il dialogo sociale e rafforza il senso di comunità. In questo paesaggio urbano trasformato, Homecoming diventa un racconto corale in movimento, che ci interroga su cosa significhi, oggi, “tornare a casa” – e dove quella casa sia davvero.