“We Are Family” si inserisce nel ciclo Homecoming offrendo uno sguardo su una famiglia queer costruita attraverso il desiderio e l’affinità elettiva, e tenuta insieme dall’amore e da una macchina fotografica, quella di Raeli, che non smette mai di scattare. Sulla scia di riferimenti come Nan Goldin, Ryan McGinley e Olivia Bee, l’artista racconta i suoi amici, gli amori, i dolori e la sua città con uno sguardo intimo e appassionato. Fotografo compulsivo da oltre un decennio (e con soli 29 anni), Raeli porta la dimensione autobiografica su un piano universale, raccontando l’amore nei vent’anni ma anche un’idea di famiglia che sfida ogni preconcetto: si ama chi si sceglie, si ama chi ci somiglia, si ama chi sa comprendere le nostre fragilità nel caos del mondo, si ama chi sa accogliere i nostri cambiamenti, al di là di ogni legame di sangue, convenzione sociale o contratto. Si ama a prescindere da quale identità di genere sentiamo nostra e da ciò che ci viene imposto come “giusto”, perché l’amore può nascere ovunque — magari sotto un cielo di stelle artificiali nel luna park di Capaci o in un ultimo bagno, di notte, nel mare di Mondello — e può durare per sempre, o per il tempo di un bacio.
