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Homecoming o “ritorno a casa” è un concetto che va oltre il semplice luogo fisico. La casa non è solo un insieme di mura, ma un riflesso delle comunità in cui ci riconosciamo, dei valori che ci appartengono, delle tradizioni che ci definiscono. A volte, è un luogo che non esiste più, ma che vive nei ricordi e nelle sensazioni di chi lo ha abitato. Tornare a casa significa riappropriarsi di ciò che ci lega al passato, alle persone che ci hanno accompagnato e alle esperienze che ci hanno formati. Casa è anche la terra condivisa con chi ha ideali o radici simili alle nostre, un rifugio che dà senso di appartenenza e che, a volte, può essere semplicemente la natura che ci circonda, altre invece, risiedere nelle persone. È il legame con tradizioni che solo in certi luoghi sono vive, ma che sentiamo come parte di noi.

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”, scriveva Pavese. La casa, quel posto a cui sentiamo di poter sempre tornare, un luogo che ci accoglie anche quando siamo lontani. Non solo un luogo fisico, ma una sensazione profonda che ci appartiene, che ci accompagna anche nei momenti di incertezza o solitudine.

Questo concetto di “ritorno” si intreccia perfettamente con l’identità di Rifugio Digitale, un luogo che, come il concetto di casa, ha radici profonde. Nato come un bunker antiaereo costruito a Firenze durante la Seconda Guerra Mondiale per proteggere il quartiere dai bombardamenti, lo spazio ha vissuto una trasformazione straordinaria. La riqualificazione curata dallo studio Archea Associati ha dato vita a una galleria che oggi ospita espressioni artistiche di ogni tipo, con uno sguardo fortemente orientato verso il futuro e una predilezione per il digitale.

Oggi, questo tunnel lungo 33 metri, scavato ai piedi della collina su cui sorgono Piazzale Michelangelo e l’Abbazia di San Miniato al Monte, è diventato un luogo che accoglie l’arte in tutte le sue forme. Con la sua sequenza di 16 schermi laterali, lo spazio crea una narrazione continua che consente ai visitatori di immergersi in un’esperienza coinvolgente e unica.

Con il ciclo fotografico Homecoming, ideato da Irene Alison e curato insieme a Paolo Cagnacci, Rifugio Digitale ospita una serie di racconti visivi che esplorano proprio il concetto di ritorno a casa. Ogni fotografo, con la propria visione, esprime cosa significa avere radici, sentirsi parte di qualcosa, o provare la nostalgia di luoghi lontani. Un viaggio che, come il luogo stesso, ci invita a riflettere sulla casa come concetto universale, ma anche profondamente personale.